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PAOLO BOTTIONI

 

           Un viaggio tra i luoghi del cuore: una serie di cartoline della memoria e degli affetti, ad incominciare da un luogo incantato e poco conosciuto di Parma, la città di Paolo Bottioni, posto a nord, dopo l’aggrovigliato sistema urbano, la Parma riprende il suo corso con anse che creano spiagge e fondoni, in un insinuarsi e nascondersi tra gli alberi che va dalla Ca’ Rossa al Blan, passando dal Limpido e dal Maretto: un piccolo paradiso naturalistico, ambientale e di valori umani.  Un tempo, ormai si può ben dire nel secolo scorso, il Maretto era la spiaggia dei poveri e dei giovani parmigiani. Pietro Ronchini, un bravo fotografo e scrittore, vi ha ambientato un giallo di successo “Delitto al Maretto. Noli me tangere”, edito da Fedelo’s. Bottioni inserisce, sulla sponda del torrente vivacemente pieno d’acqua, la Ca’ rossa, una baracca nella quale avevano la sede pescatori, generosi volontari e popolani che ne facevano il loro rifugio e che, ospitando un circolo calcistico, è stata bruciata e devastata più volte negli ultimi anni. Qui, in questa opera la visione impressionista la restituisce nel suo inserirsi in un paesaggio che, se disegnato nei secoli dall’uomo, ha un aspetto idilliaco ed incontaminato, prima della barbarie vandalica attuale. Un’altra scena che rappresenta un luogo d’elezione, è “una sera sul Po”, con una visione all’imbrunire di edifici e fiume, con luci geometriche che diventano pareti di chiarità, che hanno proprio come avviene con l’intensa luminosità nelle terre d’acqua creano riflessi, con effetti abbaglianti ed accecanti. Ecco la bellezza per Bottioni è pittura, linguaggio artistico che esprime, con diverse strutture e sintassi, le emozioni da catturare e trasmettere, senza alcuna regola, trapassando dal figurativo all’astratto in una modulazione cromatica che diventa efficace come note musicali, con la funzione di evocare ricordi, impressioni e sensazioni, che traducano l’interiorità dell’esperienza dell’artista: non si tratta di trasmettere una immagine oggettiva, una cartolina insomma, ma cercare nelle forme, nei colori, una suggestione comunicabile. Infatti la pittura espressionista o naturalistica astratta di Bottioni non è autoreferenziale, ma vuole cercare in chi guarda una consonanza, un invito a mettersi sulla stessa lunghezza d’onda, in sintonia, condividendo sensazioni, esperienze. Ma anche scoperte, perché ognuno dei quadri di Bottioni suggerisce un’apparizione, una sorpresa, come se i paesaggi che dipinge si presentassero all’improvviso e quindi rendessero l’incanto dell’inaspettato, dell’irruzione nel proprio quotidiano di una realtà che si impone destando meraviglia. Non è il sublime romantico degli artisti ottocenteschi, ma la quieta bellezza dei nostri paesaggi tradizionali, costruiti nei millenni dall’uomo, che vi ha lasciato la sua impronta e la sua arte. I diversi linguaggi saranno, nell’esposizione, volutamente messi a confronto nella distribuzione delle opere per dimostrare visivamente - con una esperienza fisica - che invero le emozioni e le impressioni sono le stesse per occhi e animi attenti qualsiasi sia la modalità del dipingere.

 

                                                                                                         Marzio Dall’Acqua