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Critica di Luciano Carini

PAOLO BOTTIONI

 

 

 

Personale Novembre 2007

 

Luciano Carini

….Dopo un periodo iniziale dedicato all’espressione figurativa, Paolo Bottioni sente la necessità di conoscere e approfondire le avanguardie storiche a partire dall’espressionismo, dal “Der Blaue Reiter” fino ai più importanti movimenti del900. Così la sua pittura, gradualmente inizia a modificarsi, ad essere più attenta e riflessiva. Dapprima, nonostante l’uso di un colore disfatto e frammentato, di fondi eseguiti in libertà e a larghe campiture, con un certo pudore riesce ancora a salvare la figurativa leggibilità dell’opera che così si viene a collocare in una via mediana tra impressione ed espressione, quasi una zona franca dove ancora convivono “visione incantata” e “immediatezza d’esecuzione”. Ma il mutamento ormai è alle porte e non tarderà ad arrivare. Ben presto, infatti, Bottioni si libera da ogni influenza figurativa e si avvia, con sicurezza e decisione verso una nuova interpretazione della realtà, quasi una re-invenzione dello sguardo, un modo diverso e nuovo di concepire la pittura. Certamente il periodo figurativo e descrittivo gli è servito e ancora gli serve per arricchire il suo bagaglio tecnico, ma con esso ormai,almeno apparentemente, non vi sono più legami ne lontani condizionamenti. Con una freschezza naturalistica straordinaria, Bottioni ora riversa sulla tela i suoi meravigliosi colori, gli azzurri, i verdi, gli ocra, traccia forme che si allargano e si spezzano, dilata cieli e spazi, crea profondità e lontananze, si immerge in spazi infiniti dove tutto è vita, forza, energia, pulsione cromatica. Nasce così, con queste opere, un Bottioni “colorista”, che non riesce a concepire nulla al di fuori del colore, del colore e del gesto liberatorio, che con un sol colpo di pennello riesce a rendere l’umore della terra, il calore del sole, la profondità del mare.

Spesso le forme che Bottioni traccia con determinazione sulla tela e che a volte sono percorse da neri contorni, si aprono e si chiudono seguendo un ordine e/o una casualità avvertita dall’esecutore che però non è tanto e solo fatto estetico, ma qualcosa di ben più profondo e indispensabile in quanto elemento capace di creare vita e movimento, di dare forza dinamica a tutto il dipinto. Un “aniconismo”, quello di Bottioni, dove forma, segno, luce, massa e spazio trovano un loro perfetto equilibrio diventando la caratteristica principale del suo fare e del suo creare. Certamente non è solo tecnica quello che Bottioni riesce a tradurre sulla tela, perché da sola non riuscirebbe a scaldare e sorreggere l’intero percorso creativo dell’artista. In queste opere, infatti, traspare con evidenza la grande partecipazione dell’autore, la sua straordinaria capacità nel riuscire ad interpretare emozioni e stati d’animo,la sua sensibilità nel saper mettersi in ascolto di palpiti e fremiti nascosti, in una parola la sua mimesi con la natura e tutto ciò che lo attrae e lo affascina.

Arte, dunque, mai superficiale, ma sempre fortemente sentita e in continua tensione per risultati complessivi altamente poetici.