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Mostra collettiva Elogio alla pazzia
2022
(clicca le immagini per ingrandire)
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La storia dell’uomo è iniziata con un atto di follia, è stata la follia che l’ha spinto nella ricerca della sapienza, della conoscenza. Erasmo satiricamente pone la follia a capo di tutto ciò che ha mosso l’uomo nel corso della sua storia, nella sua continua ricerca di quello che lo poteva rendere unico, grande, in lotta continua per  superare i suoi limiti. Un dialogo che la follia tiene in prima persona  ed accompagna la storia dell’uomo con i suoi desideri.

 In Erasmo, la vanagloria produce le arti e forse è proprio così; ieri, oltre alla bellezza e la gloria, l’arte doveva rappresentare, raccontare, storicizzare, incarnarsi nella vita sociale, dopo l’invenzione della macchina fotografica, essa si ritrovata inutile per la storia e la società, all’ora si è rivolta a se stessa si è  interiorizzata. Oggi l’arte vuole rappresentare l’artista con tutti i suoi sogni e sentimenti, vuole essere un atto d’amore, una confessione di intimi segreti, di emozioni , vuole  interagire con chi  la guarda e lo vuole fare sul piano del colore, della struttura, della forma; vuole parlare sul piano dei sentimenti e del dato interiore. Forse oggi è folle il pretendere, da parte dell’autore, che chi guarda il suo lavoro, riesca a capire come è felice il blu di rendere bello e vitale un giallo arancio scaldandolo; oggi è pazzia pretendere che la gente capisca il perché gli possa piacere o non piacere  un colore: capire perché in una assenza è presente un sentire, una presenza, l’autore.  Con il superamento dell’oggetto nella rappresentazione pittorica, l’arte vuole sempre di più parlare di se stessa come spazio, colore e struttura, vuole essere autonoma  per interagire sul piano dei sentimenti. E’ pura follia oggi, sperare che la gente trovi il tempo di meditare su come il rosso venendo affiancato dal blu diventi più vitale scaldandosi, oggi il mondo va troppo in fretta ,ed  è forse follia pretendere che rallenti, per meditare una superficie dipinta.

Suona diverso separarsi ora:

 

Sulla brughiera sono cresciuto solo.

Mi ha forse aiutato qualcuno?

Tempeste andavano e venivano,

avevano spazzato via ogni debole cosa.

Sulla brughiera sono rimasto solo.

 

Poi sei arrivata tu a cercare riparo in me.

Ma ci fermò il destino.

Irrobustire devi in solitudine, parlò il destino.

Il mio riparo sia intanto solamente il pensiero.

 

Paul Klee ( 1901 )

           
                                                                                                                           
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 Innanzi l'alba                                                                                          
Innanzi l'alba         
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